Gli ultimi venti anni di storia italiana potrebbero essere anche interpretati come il tentativo fallito di trasformare una Repubblica in un Principato. A Berlusconi non è riuscito di stabilire una pace augusta.La sua statura non era quella di Ottaviano:piuttosto quella di Caligola o di Eliogabalo. Non è detto, tuttavia, che il progetto venga abbandonato. Un triumvirato Alfano,Letta,Renzi, se i sullodati personaggi mostrassero maggiore fantasia ed iniziativa,potrebbe riuscire laddove la dismisura belusconiana ha fallito. I tre dovrebbero in primo luogo puntare alla liquidazione rapida ed inesorabile dei rispettivi contenitori politici.
Certamente il compito più arduo spetta ad Alfano. “Tu quoque,Angelino”,dirà prevedibilmente Berlusconi.Ma Alfano dovrà comunque affondare il metaforico pugnale:se vuole avere un avvenire di qualche importanza.Avvenire tanto più importante quanto maggiore sarà il ruolo assunto nel parricidio. E nella contestuale ridefinizione della fisionomia e del programma del centro-destra.Letta e Renzi hanno un problema relativamente meno cruento. Depurare il PD.di ciò che resta di una tradizione e di un apparato che non li riguarda:scommettendo sulla conquista del potere interno a forza di Leopolde ,Primarie e balle d’acciaio.Oppure,scontando una scissione, se proprio le cose si mettessero male. Condotte a termine con successo le rispettive manovre,i tre si ritroverebbero tra le mani il controllo della parte maggiore della rappresentanza politica e le cariche istituzionali che contano. A partire dalla Presidenza della Repubblica. I tre hanno davvero,al di là delle apparenze,forti legami ed interessi comuni. Letta e Renzi non possono farsi la guerra perché riuscirebbero solo a distruggersi entrambi. Il futuro di Alfano è legato alla sua personale emancipazione da Berlusconi ed alla continuazione della politica delle larghe intese. Almeno fino a quando esisterà una rappresentanza grillina di quelle proporzioni. Sostanzialmente impermeabile alle defezioni e temibile in uno scontro campale (elezioni politiche generali):che,peraltro,al di là delle chiacchiere nessuno sembra volere fortemente. In tutto questo, la situazione del Paese e dei suoi cittadini più umiliati ed offesi dalla crisi, non ha molto spazio.
Sarebbe il caso di lasciare i triumviri alle loro manovre e resuscitare l’istituto dei Tribuni della plebe. A partire dalle prossime elezioni amministrative a Cortona. Cosa ha significato la crisi a Cortona? Quale programma dovebbe darsi una nuova amministrazione per venirne fuori? E se fosse necessario allo scopo tentare nuove forme di aggregazione politica:perché no?