I partiti sono macchine costruite per conquistare e conservare il potere politico. In funzione di interessi dalla base più o meno larga e condivisa; un fondamento ideale (una “narrazione”:come si dice oggi) più o meno raffinata e rigorosa; un gruppo dirigente dalla geometria variabile. Sovrastato da un leader carismatico o dal titolare revocabile di incarichi e responsabilità che, in un gioco di scatole cinesi più o meno numerose,condivide e compartecipa l’autorità della direzione politica.
Di questi tempi e da queste parti, il leader carismatico gode di un generale favore come centro dell’azione politica “organizzata”.Berlusconi,Renzi e Grillo sono fermamente convinti di poter fare ciascuno la differenza. A prescindere. Per quanto riguarda Berlusconi,i contenuti e gli obiettivi di tale convinzione sono anche troppo noti. Per Grillo,si tratta soprattutto di condurre a termine il disfacimento di un sistema politico sempre meno capace di governare il Paese. E di affrontare quel che verrà dopo senza impaniarsi in mediazioni e compromessi con le forze giudicate responsabili del disastro. Grillo si vede soprattutto come supremo garante di tale piattaforma politica. E questo spiega,piaccia o no,anche la grande durezza nei confronti di chi,all’interno del movimento,è più “dialogante”. Renzi ha una sua rispettabile visione del futuro italiano e ritiene di poter svolgere una funzione essenziale nell’attuarlo. Essa si fonda, sostanzialmente, su una scommessa. Molto rischiosa.
Bisogna scremare l’azienda Italia in una “good company” ed una “bad company”.Le energie ,le motivazioni e le risorse concentrate nell’ azienda sana imprimeranno una dinamica al Sistema; che farà uscire il Paese dalla crisi e migliorerà anche le condizioni della azienda malata.Fosse soltanto per accompagnarla ad una onorevole, e relativamente indolore, estinzione.E’ un vasto programma e per funzionare dovrebbe avere idee molto più forti , seducenti e condivise sulla storia e l’avvenire della Repubblica.Sulle vere ed antiche ragioni del nostro ristagno.Sui reali prezzi da pagare per venirne fuori.Per ora Renzi fa appello a due cose.Il suo personale carisma ed un successo elettorale che richiede preliminarmente la conquista del PD.A me sembrano carte molto deboli.Il personaggio carismatico,in politica,funziona soprattutto quando riesce a convincere larghe masse di essere una specie di padreterno.E, in effetti ,ha funzionato in Paesi arretrati o (tremenda eccezione) in Paesi come la Germania di Weimar: spinti al delirio ed all’angoscia collettiva dalla crisi economica più devastante del capitalismo (prima di quella che stiamo vivendo noi:meditate gente).Sulla disciplina del Pd a sostenere Renzi alle prossime elezioni politiche,ogni dubbio è lecito.Per non dire poi dei disoccupati,degli emarginati di ogni sorta che,scettici sulle prospettive della strategia renziana,potrebbero inventarsi o riconoscere loro,alla maniera di Weimar,un proprio leader carismatico.Chi di carisma ferisce,diciamo, di carisma può anche perire.Forse un ritorno ai fondamentali della politica ci farebbe bene.