Ma unnè mmanco Fascio…magari fosse Fascio, almeno avrebbe fatto una scelta nella vita! (Ruggero / Verdone in “Un sacco bello“)
Apprezzo molto quando si riesce a far scattare dei dibattiti sul sito, visto che è nato anche e soprattutto per quello. Purtroppo, siccome vi è un limite in tutta la società italiana nella capacità di discutere, tale limite riverbera inevitabilmente anche sulle nostre pagine, peggiorato dal fatto che su scala locale vi sono troppe microscopiche, incurabili e annose questioni personali. Spesso si finisce dopo pochi commenti in giri di offese inutili, altre volte si aprono discussioni stantie incentrate sempre sugli stessi temi che si ripropongono in modo ciclico.
Discutere di fascismo e comunismo è una di quelle discussioni-tipo degli italiani che più passano gli anni e più restano di moda. Ancora è possibile udirla talvolta al bar o in treno dopo una litigata su Juventus e Fiorentina, ovviamente condita delle solite frasi, accuse e controaccuse.
Siamo a 91 anni dalla marcia su Roma e a 70 dalla caduta del Fascismo, ma ogni volta si sa che a fine Ottobre una bella cagnara su fascismo e comunismo ci tocca. E puntualmente risbucano fuori presunti eredi dei partigiani, collettivi di gente con le cinghie in mano che dice di non essere fascista e scomoda filosofi e dittatori di altri paesi ecc ecc.
Eh ma voi le leggi razziali, e allora però voi le foibe, eh ma voi invece eri amici di hitler, voi invece Stalin ecc ecc
Il Sindaco Seri col suo intervento di ieri ha espresso una propria opinione, che poi si fonda anche suell’esistenza di norme ancora vigenti che vietano l’apologia del fascismo. A quel punto, come era ampiamente prevedibile, è salita sul palcoscenico per replicare la nicchia borderline del nostro pubblico e non sono mancate le solite presenze di chi fa apologia del fascismo, l’ha sempre fatta e non si vergogna a farla.
Il problema del Fascismo ancora diffuso in Italia, secondo me, non è però quello dei tizi che vanno a Predappio. Andare a onorare la tomba del duce con canti, teschi, fez e bandieroni mi pare più che altro una residua manifestazione pittoresca (probabilmente illegale, vero, ma da sempre tollerata) di una cultura (o piuttosto sotto-cultura) fondata su uno schema ideologico elementare che fa dell’uso della violenza e del disprezzo della diversità un valore supremo. Una cultura che si propaga e trova terreno fertile all’aumentare dell’ignoranza e dell’emarginazione sociale.
Io, quindi, provo orrore non tanto a osservare tali manifestazioni pittoresche, ma scoprendo ogni giorno, venendo a contatti con le persone, quanta ignoranza vi sia in giro e quanto il modo di pensare violento del fascismo sia radicato e diffuso. Diffuso anche in chi non ha mai votato l’MSI e inneggiato al Duce e non è mai andato a Predappio, ma anzi ha perfino lottato nel nome di icone politiche opposte urlando contro “i fascisti”, o addirittura si è definito “moderato”, oppure per un po’ è stato fascista ma poi ha preferito ripensarci per non danneggiarsi troppo l’immagine.
Tornando quindi alla citazione in testa all’articolo quelli che girano col fez a Predappio ogni fine Ottobre una scelta l’hanno fatta: quella di essere pittoreschi. In fondo ci vuole coraggio a girare acchittati in quel modo.
Il fascista in giacca e cravatta, invece, il fez non se lo mette neanche a carnevale. Guardando le foto dei predappiani si fa una risatina delle sue. E secondo me è pericoloso davvero