Sono in fase di svolgimento i lavori di allestimento definitivo del gruppo scultoreo in terracotta inventriata riunito nel 2009 nella Chiesa di San Francesco. Il gruppo, realizzato all’inizio del Cinquecento dalla bottega robbiana, e composto da sette figure a tutto tondo (otto personaggi) come una sacra rappresentazione il cui fulcro è il Crocefisso ligneo attribuito a Baccio da Montelupo (attualmente alla Chiesa della Collegiata).
È stata completata la prima fase con l’assemblaggio di tutte le statue del gruppo che, quindi, sono tutte completamente rimontate e poste sopra ai piedistalli che costituiscono l’allestimento progettato. L’aspetto più complesso dell’intervento riguarda proprio la parte strutturale da inserire all’interno delle singole statue e, quindi, nascosta agli occhi dello spettatore.
Non esistendo esperienze simili da prendere come riferimento certo e collaudato, è stato ideato un prototipo a grandezza naturale che, sottoposto al vaglio della Soprintendenza, ha ottenuto un ampio consenso. Si tratta di una struttura metallica autoportante e registrabile, suddivisa nello stesso numero di elementi che compongono ogni singola statua. Ognuno di tali elementi viene assemblato – assicurandolo per mezzo di barre orizzontali regolabili alle pareti interne della scultura – dentro alla rispettiva porzione di statua. Questa operazione rende staticamente sicura già ogni porzione.
Le statue non sono state definitivamente ancorate alla struttura portante dei basamenti, quindi sono ancora suscettibili di eventuali leggeri spostamenti, cui seguirà il completamento del lavoro di restauro.
Collocato originariamente nella cappella centrale della chiesa di San Francesco il gruppo venne smembrato già a fine Cinquecento e spostato più volte, prima a seguito dei lavori di rifacimento della volta e, poi, per la costruzione della cappella del Ss. Crocefisso. Nel 2009 in occasione dell’anno robbiano il gruppo venne sottoposto ad un primo intervento di restauro e ad un approfondito studio multidisciplinare (storia dell’arte, restauro, archivisti, ecc.) che costituisce la base scientifiche dell’imponente intervento attuato in questo momento. I lavori si concluderanno antro la fine del 2013, con la restituzione alla visibilità di un’opera unica nel suo genere.