Ieri sera è avvenuto un evento giornalistico-televisivo destinato a mio avviso a segnare una cesura col passato, ma nessuno sembra essersene accorto. Mi riferisco al famoso “fuori onda” di Berlusconi trasmesso durante il talk show politico di La7 Piazza Pulita. Tale “fuori onda” altro non era che una specie di sfogo di Berlusconi al telefono con un esponente del PdL: la telefonata era privata, ma il caso ha voluto che tale esponente stesse proprio in quel momento rilasciando un’intervista. I giornalisti hanno quindi registrato tale dialogo che ieri sera è stato poi trasmesso in Tv
Ovviamente, vista l’importanza di quanto detto da Berlusconi in questo sfogo telefonico, la polemica si è incentrata esclusivamente sulle durissime parole del cavaliere contro Napolitano, lasciando da parte il sicuramente più noioso tema dell’etica professionale del giornalista. Credo però che sia comunque giusto parlarne, anche se sì…si tratta di un tema noioso e probabilmente di nicchia, ma con effetti su tutti.
Finora siamo stati abituati alla trasmissione in Tv di gossippate sui vip, intercettazioni telefoniche su casi e scandali più disparati o di fuori onda di vari signor nessuno in trasmissioni come Striscia la notizia: mai però eravamo arrivati a un punto di questo tipo, con un esponente politico di primissimo rilievo “pizzicato” in un momento privato
Per Corrado Formigli, conduttore della trasmissione, si tratta in realtà di una seconda volta, anche se nel primo caso il calibro del politico era molto minore. Mesi fa trasmise infatti un “fuori onda” dell’allora consigliere regionale emiliano dei 5 stelle Giovanni Favia. In quel caso si trattava di un dialogo col giornalista post-intervista, quando le telecamere avrebbero dovuto essere spente. In quel dialogo Favia, contrariamente a quanto affermato nell’intervista ufficiale registrata pochi attimi prima, esternava considerazioni pesanti Casaleggio e Grillo. L’episodio segnò inevitabilmente il divorzio fra Favia e i 5 stelle
Quest’estate durante il Festival “Passioni” ad Arezzo ebbi modo di condividere una frugale cena a base di panino con porchetta proprio con Corrado Formigli e in quell’occasione intrattenni con lui una lunga discussione sul perchè avesse scelto di mandare in onda quel post-intervista di Favia, di fatto un documento “rubato”, proprio come “rubata” è stata la telefonata di ieri sera. Formigli, con molta disponibilità, mi intavolò una lunga spiegazione raccontando come, dopo lunghi travagli e dubbi, fosse giunto alla conclusione che fosse giusto mandare in onda Favia, apponendomi motivazioni che a suo avviso rispettavano, oltre che il codice penale, anche i doveri del giornalista e l’etica professionale
Superato il tema della liceità dell’atto gli chiesi dove stesse l’utilità di trasmettere un fuori onda come quello, e anche in quel caso Formigli mi portò una lunga serie di elementi in difesa della sua scelta.
Per me fu un dialogo interessante e formativo, non ero d’accordo con Formigli ma lui mi fornì tanti spunti su cui riflettere.
In tutta franchezza non so però dire se, trovandomi di fronte a un caso come quello di ieri sera, l’avrei mandato in onda. Probabilmente, con la mia consueta scarsa capacità di distinguere l’importante dal non importante, l’avrei giudicato “inutile”, sbagliando
Ad ogni modo, se fosse possibile aprire un dibattito su questo tema, penso si farebbe cosa buona e giusta. A patto di tener fuori la politica, cosa in realtà piuttosto difficile in Italia