Che situazione!
E’ sempre più difficile restare calmi e tranquilli rispetto al panorama politico attuale. Io mi considero da sempre un garantista anche se ritengo che per chi ricopre incarichi pubblici già l’accusa in primo grado dovrebbe comportare automaticamente le dimissioni dall’incarico ricoperto.
Questo per essere liberi di difendersi negli altri eventuali gradi di giudizio e soprattutto per ottemperare all’art.54 della Costituzione che impone ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di adempierle con disciplina ed onore.
Ma quale disciplina ed onore dimostra chi pur essendo stato condannato in primo grado, Appello e Cassazione tenta, attraverso una messa in scena indecorosa, di rimandare l’esito di una sentenza che ne accerta le responsabilità.
Quale serietà dimostra quello Stato e quella classe politica che permette ad un condannato di dettare, ancora oggi, l’agenda politica minacciando altrimenti crisi e misfatti.
Se la legge e le regole non sono rispettate, in primo luogo, da chi dovrebbe avere l’onore di rappresentare il proprio popolo quale presente e futuro può avere quello Stato.
Le sentenze vanno rispettate e chi è condannato non può restare inpunito, questo si chiama Certezza del Diritto, e deve valere per tutti tanto più per chi è investito dall’art. 54 della nostra Carta Costituzionale.