Sono vecchio. Anacronistico, fuori moda. E anche testardo, cosa che peggiora alquanto la situazione. Sono le premesse necessarie per dichiarare la mia incapacità a riconoscere un dato di fatto incontestabile: i contenuti ormai contano poco o nulla. La comunicazione prevale sui contenuti è un affermazione che può trarre in inganno. Affinare e migliorare la capacità comunicativa su contenuti significativi sarebbe l’ottimo. In realtà oggi pare necessario saper comunicare bene il nulla. Ciò che funziona è sapersi vender bene.
Terminato lo sfogo chiarisco l’oggetto. Il dibattito riferito al congresso del PD pare avvitarsi attorno a queste logiche. I nomi prima dei programmi. Le appartenenze prima dei contenuti. Più il “sondaggismo”, malattia inventata da Berlusconi per la quale ciò che conta è quello che si presume pensi la maggioranza delle persone; e su quello imposto le mie scelte.
E quindi Renzi per il PD è la migliore scelta, perché è quello che lo fa vincere. Lo dicono tutti i sondaggi. Cosa pensa Renzi sui grandi temi, istituzionali sociali o politici, è ininfluente. Si badi, non sto dicendo che Renzi non ha idee o programmi. Idee sembra averne molte, anche se è attento a non esporle in modo perentorio. Lo fa spesso con la battuta che si può sempre smentire successivamente. È molto bravo a captare gli umori della gente, su questo non ci sono dubbi. Ciò che lo eleva rispetto ad altri è il fatto di avere una visione. Una missione strategica diciamo. Opinabile e contestabile e che personalmente non condivido del tutto ma è indubbio che ce l’abbia. Chiarisco: non sto salendo in nessun carro. Non ero, non son diventato e non sarò mai Renziano. A me non piacciono né il suo modo di porsi né le cose che dice e quindi mi appresto a far parte di una esigua minoranza. Me ne farò una ragione.
Ciò di cui invece non me ne faccio – né me ne farò – una ragione, riguarda il tema di come si dovrà svolgere il congresso. E non penso alla pelosa questione degli iscritti e non iscritti. Confesso che mi si rizzano i – ormai pochi – capelli in testa, quando a proposito del congresso sento l’affermazione primarie aperte. Che c’entrano le primarie con il congresso ? Ho una lunga – pure troppo – esperienza di congressi, ma non ne ho mai fatti in un gazebo. I congressi servono per discutere i contenuti politici e attraverso di essi scegliere le persone che devono effettuarli. Ridurre il tutto ad un appuntamento elettorale mi pare un eccesso di minimalismo.
Spero dunque che non sia così. Spero che per quanto anacronistico e fuori moda si riesca a mettere in campo una ricca e importante discussione sull’identità del partito e sui progetti per il futuro di questo paese. A quel punto, vinca chi vinca, non avremo del tutto azzerato le risorse culturali che un grande movimento – fatto di donne, uomini, idee e partecipazione- porta con sé.
P.s. lo stesso ragionamento, cioè provare a mettere in campo i contenuti insieme alle persone, dovrebbe valere per le elezioni amministrative che riguarderanno Cortona il prossimo anno. Amministrare un comune così importante necessita di qualcosa che vada oltre il profilo anagrafico di una persona, piuttosto che la sua appartenenza al partito o ad una parte di esso.
Occorrono contenuti, visioni , programmi, progetti, idee.
Io qualcuna ce l’avrei pure…