La vicenda della casa di riposo gestita dall’Ente Serristori situata in piazza San Francesco, è lo specchio di una gestione targata PD dove la disinvoltura di certi comportamenti supera l’immaginario collettivo. Fortunatamente non parliamo di sevizie come in quei tristi filmati che i tg ogni tanto ci fanno vedere dove aguzzini senz’anima torturano poveri degenti la cui unica colpa è di essere anziani e in molti casi non autosufficienti, o di strutture abusive, cibi avariati, farmaci scaduti o quant’altro.
Qui si tratta di una concessione data in via provvisoria che qualcuno si è “dimenticato” poi di trasformarla in concessione definitiva.
È l’eccentricità delle gestioni pubbliche targate PCI/DS/PD degli ultimi vent’anni.
I NAS nel verbale da loro redatto, parlano di una struttura che in ogni aspetto, sanitario, sicurezza e logistico è funzionale ai degenti che la occupano e a chi lavora al suo interno.
Ecco chi in questo momento va tutelato. Le fasce più deboli costituite dagli ospiti e il personale che li accudisce, che rischiano entrambi di rimanere senza il luogo di degenza o che fornisce un reddito a causa sia di una burocrazia che “corrode” l’anima dei cittadini sia della “deficienza” di chi doveva far si che tutte le autorizzazioni fossero in regola.
Per questo chiediamo al Presidente e al CdA dell’Ente Serristori, di adoperarsi in qualsiasi modo presso gli organi competenti affinché l’ordinanza di chiusura sia bloccata e la situazione sanata.
Rimaniamo sempre convinti, più che mai, che concetti base come “La Legge è uguale per tutti” e ” Dura Iex sed lex” siano dogmi inconfessabili della civiltà.
Ma in questo momento i trentasette degenti e il personale hanno la priorità su tutto.
Poi verrà il momento delle polemiche, ma quella sarà un’altra storia.
Stefano Cappioli
SENZA PARTITI
[.noresp.]