Ma accadevano, prima, ‘ste cose? E’ la domanda che mi pongo avendo io solo (si fa per dire…) 35 anni e non ricordando episodi come quello di ieri pomeriggio. Il maltempo, che già nelle scorse settimane c’era andato giù pesante, ha aggredito buona parte della nostra provincia e in pochi minuti (una decina) ha letteralmente sconvolto tutto. E’ accaduto ad Arezzo, in Valtiberina e in altri parti della provincia, ma soprattutto a restare provata dalla furia è stata la Valdichiana. Poco o nulla nella zona di Cortona, qualcosa di più a Castiglioni, un vero finimondo fra Montagnano, Alberoro e il Comune di Civitella. 10 minuti in cui la forza della natura sembrava prevalere inesorabilmente su quella dell’uomo.
Via la corrente elettrica, alberi sradicati, acqua ovunque, grandine, tetti scoperchiati, comignoli che volavano. Molto ingenti i danni, e mentre si fa la conta e i giornalisti dimostrano di aver imparato a usare un’espressione nuova (“bomba d’acqua”, usata peraltro a sproposito, ma sapete com’è, suona tanto bene) prosegue un’estate al limite dell’incomprensibile fra picchi di caldo e tracolli violenti di questo tipo.
L’episodio fa riflettere.
Per quanto sia quasi irrinunciabile trovare sempre un colpevole stavolta mi rimane francamente difficile pensare, di fronte agli alberi sradicati e ad altri episodi di quel genere, che si poteva fare qualcosa di più, che si poteva non arrivare a questo con azioni di prevenzione e quant’altro. Restano però gli interrogativi sulla frequenza e la forza di certi fenomeni atmosferici (sono mica in aumento?) e lo sconcerto di fronte a dieci minuti di terrore puro in cui, davvero, non si poteva fare niente. Solo aspettare e sperare.