Edgarda Solfanelli ha alle spalle una pubblicazione della quale non intende parlare e, come dirà a un’amica, lei è una scrittrice è non ha tempo per i maschi: “… quel che viene viene, poi ci penso …”.
Lo scopo della sua vita è pubblicare con un editore importante. Uno di quelli che possono trasformare un aspirante scrittore in uno Scrittore Vero, conosciuto e apprezzato da critica e pubblico. Ed è al coronamento di questo sogno che Edgarda vota la sua esistenza, ritrovandosi in situazioni paradossali (una su tutte, il pernottamento a casa di Lavinia la Stalker) e frequentando quelle persone giuste che possono garantirle “un contatto” che conta davvero.
Crune d’aghi per cammelli, della scrittrice bolognese Maria Silvia Avanzato è un libro ironico, divertente, scritto con un’abilità e una fluidità narrativa che pochi scrittori possono vantare.
Un libro che rispecchia le ossessioni di molti aspiranti che credono di aver scritto il romanzo perfetto e si lanciano nella ricerca serrata di un editore, come tanti Don Chisciotte che partono allo sbaraglio contro inarrivabili e insormontabili mulini a vento. E devo ammettere che io stesso, da “aspirante scrittore”, mi sono rispecchiato in certi atteggiamenti di Edgarda: nel libro la nostra eroina si lascerà convincere a scrivere un romanzo d’amore, anche se, come precisa lei, quando ha guardato dentro di sé in cerca d’amore ha trovato solo fette biscottate. E questo può essere un tranello dorato nel quale molti cadono: scrivere per compiacere qualcuno al fine di pubblicare. È stato Bukowski a dire che quando uno scrittore cede a una simile tentazione è finito perché tradisce se stesso, e tradire se stessi è come morire, intellettualmente e spiritualmente.
Crune d’aghi per cammelli è un libro che fa sorridere, e in alcuni casi ridere (quando ho letto il titolo della pubblicazione disdicevole di Edgarda ho riso così tanto da rischiare le lacrime), ma è anche profondo e porta a inevitabili riflessioni, specie per chi ama scrivere, su un mondo che per molti rimarrà solo un lontanissimo miraggio.
Maria Silvia Avanzato è riuscita a mettere nero su bianco una realtà che esiste e nella quale molti, giovani e non, si tuffano in caduta libera ed è questo uno dei più grandi meriti della giovane scrittrice: aver parlato, seppur in modo ironico, divertente, dissacrante, di un ambiente che non tutti conoscono ma che esiste e che vede passare per i suoi “cancelli” migliaia di persone, soltanto poche delle quali riusciranno ad affermarsi.
Come però Edgarda capirà alla fine, ciò che è veramente importante “… è farti degli amici che passino la cruna con te […] importano gli amici che trovi, su e giù dai treni, quelli ai quali mostrarti sconfitta eppure ancora convinta che sarai Agatha Christie …”.
Sebbene questo sia il suo primo libro con un “editore importante” sono sicuro che Maria Silvia Avanzato diventerà una delle Grandi Scrittrici d’Italia, un’autrice della quale si parlerà a lungo. Anzi, per me lo è già diventata, meritandosi un posto d’onore accanto a Hemingway, Girard e tutti gli scrittori che mi hanno accompagnato fino a oggi.
Da leggere subito, anzi, ancor prima!