Fa un po’ tenerezza sentir parlare di Arezzo Wave in Valdichiana, suona come ritorno a un mondo agreste fatto di rocchi e porchetta, tanta allegria e semplicità paesana. Fa molto Poveri ma belli. Dopo Firenze, Livorno, la ridente Puglia patria del divertimento giovanile, i grandi nomi internazionali e le magniloquenza degli anni di “Italia Wave” ritrovarsi al campo sportivo di Albergo (con tutto il rispetto per la ridente frazione di Civitella) con al fianco la Sagra del Crostino appare certo un po’ amaro, da rockstar decaduta e pure un po’ attempata, insomma too old to rock’n’roll too young to die, come diceva Ian Anderson dei Jethro Tull.
Ma chissà come si sente, dentro, il Valenti. Magari è felice lo stesso. Chissà
In fin dei conti, al netto dell’evidenza che il passato glorioso è andato e non tornerà più e anche il tentativo di ritornare ai fasti dei tempi d’oro con l’edizione aretina del 2012 non ha sortito i frutti sperati (un’edizione e basta, solo tanto caos mediatico rivelatosi poi sostanzialmente vano) il fatto che una manifestazione così sia ancora in vita non è roba da poco. Anzi, coi tempi che corrono c’è da andarne fieri. E anche se la superstar è Max Gazzè (comunque uno dei più interessanti cantautori italiani) e il biglietto è 10 euro (salvo ingresso all’ora di cena) siamo comunque tutti contenti e si starà a vedere cosa accadrà l’anno prossimo, col paventato trasferimento in terra umbra.
Ma dopo il ridimensionamento di Arezzo Wave (qualcuno l’ha definita “chianizzazione”, non senza ironia) un altro dato di fatto emerge con sempre più chiarezza: Cortona, col Mix Festival che viene presentato il prossimo 5 maggio, è ormai il baluardo principale per quanto riguarda gli eventi in provincia, aldilà delle miriadi di sagre e i festival minori. Una responsabilità non da poco. In questa edizione 2013 Cortona dovrà porsi quindi anche questo problema, quello di dover rappresentare un’attrattiva buona certo per il turismo esterno (italiano ed estero), ma anche per tutto il territorio aretino, ormai sguarnito di grandi eventi. E dovremo pure immaginare, se davvero conviene (le opinioni sono contrastanti), di farlo continuare, ‘sto benedetto Mix