Quella appena conclusa è stata la prima tornata elettorale amministrativa in cui si potevano esprimere 2 preferenze per i candidati al Consiglio Comunale, a patto che si votasse un uomo e una donna. Visto che l’obiettivo era quello di aumentare la presenza femminile in politica, creando condizioni favorevoli all’ingresso di una nuova mentalità più paritaria fra i generi, è bene tentare un primo bilancio.
Partiamo dai dati: scorrendo le preferenze dei Comuni che sono andati al voto notiamo subito che le donne elette sono state in numero maggiore rispetto al passato e il numero di preferenze espresse in totale, donna o uomo, è notevolmente aumentato. Per certe liste quasi la metà dei voti espressi aveva con sè anche la preferenza, un aumento di utilizzo delle possibilità offerte dalla democrazia che segnala un voto senza dubbio più cosciente rispetto al passato
Altro dato che salta subito agli occhi è quello che alcune donne hanno fatto l’exploit. In alcuni casi hanno sopravanzato gli uomini e “vinto” la corsa risultando le più votate.
Vista così la nuova formula della doppia preferenza di genere pare quindi essere stata una grande idea. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?
Qualche dubbio sinceramente mi viene.
Il problema, secondo me, è che molte forme di subordinazione della donna all’uomo ancora persistono. Molto spesso infatti si sono creati dei “cartelli” fra candidati, le cosiddette accoppiate suggerite anche per mano dei partiti in cui la scelta prioritaria era sempre per il candidato uomo e poi, come una specie di riempitivo, c’era la seconda scelta, ossia la candidata donna. Della serie: “Voi votate per Tizio, poi c’è anche la seconda preferenza, dovete scegliere una donna, e quindi vi consigliamo la sig.ra Caia“.
Non è quindi da escludere che in qualche caso non siano state votate ed elette le donne con le qualità e le capacità migliori, ma quelle con gli agganci e gli sponsor (maschili) migliori. Più che le più brave a volte sono passate le “pupille” di qualcuno (uomo) ben più influente di loro. Cercare di confutare questa teoria sottolineando il fatto che alcune donne sono arrivate prime, prendendo più voti in totale degli uomini, non significa nulla: ci possono essere arrivate perchè hanno beneficiato di più “cartelli” e anche perchè avevano meno concorrenza, visto che nelle liste la proporzione 50-50 fra maschi e femmine non era quasi mai rispettata.
In definitiva io credo che siamo in una fase di passaggio che va saputa utilizzare e non è immune da storture. L’importante è che queste storture, o sarebbe meglio dire furbatine, non si sedimentino e diventino l’abitudine. Perchè se dobbiamo tenerci la pupilla di qualcuno solo perchè ci devono essere le donne allora è quasi meglio sorbirsi direttamente quel qualcuno