Grillo crolla, i 5 stelle son già finiti, l’antipolitica è al capolinea, lo tsunami s’è già arrestato. Qualcuno, oggi, ha provato a dirlo. In effetti il risultato delle elezioni comunali in città importanti fra cui Roma ha visto il moVimento con la V maiuscola giocare il ruolo del riempitivo, con percentuali minuscole rispetto a quanto visto alle recenti politiche. Vero che i sondaggi continuano a dargli il 24% su scala nazionale, ma è bene che gli alfieri della rivoluzione qualche domanda inizino a farsela.
Sul loro ruolo in parlamento, sul comportamento tenuto in questi mesi post-elettorali, sullo scarso appeal dei loro candidati locali.
Le domande, però, se le devono fare in parecchi. Più di tutti quei genialoidi che, commentando il calo di Grillo, si sono dimenticati che ha votato un italiano su due (e un romano su due) e che l’interesse per queste elezioni comunali è stato pari a quello per le finali del campionato uzbeko di hockey su pista. Si sono spinti, questi genialoidi, ad affermare che l’inciucione del governo Letta “ha già ridato credibilità alla politica tradizionale“.
Eh???
Un bel po’ di domande se le dovrebbe fare anche la sinistra, che guarda caso torna a vincere, anche se un po’ è tradizione vincere nei Comuni e poi non vincere alle politiche. Ma dove vince e perchè? Vince dove riesce a presentare dei nomi perlomeno decenti, vedi Marino, quando riesce a suggerire un programma con un capo e una coda, vedi Roma, quando insomma riesce a darsi un minimo di senso compiuto. La sinistra ottiene anche exploit interessanti con personaggi “minori”, diciamo pure “alternativi” alfieri di soluzioni nuove come il bellone Alfio “Ridge” Marchini, quel figo da paura che a Roma ha preso quasi il 10% e sarà probabilmente determinante al ballottaggio.
La destra, quando non ha Berlusconi, arranca. Specie se ripropone temi e linguaggi vecchi, del tipo “tolleranza zero” e altri ritornelli bolliti e retorici da ex-AN nostalgici, tutto rigore e disciplina, come ha fatto Alemanno. Ragazzi, ormai non ci crede più nessuno, inventatevi qualcos’altro
La lezione per le nostre comunali è quindi questa. I 5 stelle, da soli e coi loro candidati, non hanno grosse speranze. Devono cercare di sfondare in qualche altro modo. Allo stesso tempo la sinistra, per vincere, ha bisogno di presentare nomi quantomeno decenti. Nel contempo un qualcosa di diverso e nuovo a sinistra può però nascere e non è detto che non funzioni. Specie se la sinistra “istituzionale” presentasse una ciofeca, roba che dalle nostre parti non è per niente improbabile