La famiglia che non ce la fa. Se c’è un dato che emerge dal nuovo Rapporto annuale della Caritas diocesana è proprio questo. La famiglia è in difficoltà sotto il colpi duri di una crisi senza fine; è in cerca di aiuto e sempre più spesso lo trova nelle strutture della Diocesi.
Nel corso del 2012 sono state oltre 2mila le persone che si sono rivolte alla Caritas diocesana. L’aumento rispetto all’anno precedente è stato del 16 per cento. Oltre la metà ha alle spalle un nucleo familiare. Diminuiscono le presenze della fascia d’età 30-39 anni (storicamente la più presente tra gli utenti Caritas), mentre aumenta quella degli ultra 40enni cioè la porzione in genere più produttiva e assestata della società.
Un segno evidente che il perdurare della crisi economica stia scaricando i suoi effetti peggiori sulle spalle di padri e madri di famiglia. Se in passato gli interventi riguardavano soprattutto il singolo svantaggiato, ora non è più così. Oltre il 53 per cento degli utenti Caritas è coniugato, la maggior parte è di sesso femminile.
A conferma di quanto sia difficile la situazione c’è un altro dato: la nazionalità italiana è quella più presente, oltre il 27 per cento degli utenti sono nostri connazionali.
“Soprattutto le famiglie monoreddito sono di fronte a una situazione insostenibile – spiega l’arcivescovo Riccardo Fontana -. Le fasce più deboli stentano a farsi carico delle proprie utenze anche se gestite con estrema parsimonia. Sul territorio vi sono famiglie che, per risparmiare, anche nel rigore dell’inverno sono tornate a servirsi dei sistemi tradizionali di riscaldamento. Spese improvvise, come visite mediche, riparazioni onerose dell’auto o rate del mutuo, diventano per molti dei gradini insormontabili anche in Arezzo. È un forte campanello d’allarme che un sempre maggior numero di persone si rivolga alla Chiesa per trovare sostegno negli ambiti riguardanti la salute”.
Anche per questo, da tempo la Diocesi ha deciso di incrementare fortemente gli strumenti messi a disposizione dei centri d’ascolto zonali e ha attivato centinaia di volontari nelle 245 parrocchie del territorio. L’obiettivo è quello di avere almeno una Caritas parrocchiale in ogni Area Pastorale.
“Il compito che i Papi hanno affidato alla Caritas è quello di guardare oltre l’emergenza e di coordinare ogni iniziativa di carità della Chiesa sul territorio. Oggi più che mai non si tratta semplicemente di ‘fare l’elemosina’ o di realizzare interventi a carattere paternalistico, ma di fornire gli strumenti per far tornare le persone a camminare con le proprie gambe, – evidenzia l’Arcivescovo -. Già i primi appelli di Papa Francesco fanno capire che la via d’uscita dalle difficoltà economiche, diffuse anche nell’Aretino, è il cambiamento di stili di vita: l’uscita da un egoismo diffuso, quasi fosse da cambiare la cultura solidale dell’Italia, e il recupero di maggiore attenzione verso il Bene comune”.
Arezzo, 8 maggio 2013