Parliamo di elezioni amministrative. Fra un anno si voterà per i Sindaci a Cortona, Foiano, Lucignano, Marciano. In tutti questi comuni le politiche 2013 hanno rivelato scenari modificati rispetto al passato. Il centrosinistra è a cavallo del 40%, il MoVimento 5 stelle si attesta sempre oltre il 20%, il centrodestra è qualche punto sopra. Vero che le amministrative sono tutt’altra cosa e che fra un anno chissà come saremo messi in Italia, ma al momento se nei comuni piccoli il centrosinistra resta il favorito in virtù della legge che assegna la maggioranza anche con un solo voto in più, la situazione è diversa a Cortona, dove il sistema è a doppio turno con eventuale ballottaggio.
Analizzando i dati della città etrusca e sommando con ottimismo ai voti del centrosinistra anche quelli di Rivoluzione Civile si scopre che non vanno oltre il 42%. La soglia del 50 è ben lontana, con i 5 stelle intorno al 20% e il centrodestra che raccoglie con le sue varie ramificazioni circa il 25%
Ce n’è abbastanza per dire che non esiste più la sicurezza di un tempo sul vincitore, senza calcolare quello che potrà accadere da qui a un anno.
Di sicuro i messaggi sono due.
Il primo è al centrosinistra: impossibile replicare gli schemi del passato proponendo programmi e candidature loffie, con scialbi polli allevati in batteria (siano essi renziani o bersaniani), campando di rendita e puntando sulla tradizione di un voto orientato a sinistra. Non sono più quei tempi, l’elettorato può spostarsi in maniera incontrollabile e imprevedibile e la gente non è già convinta, ma va convinta. Al rinnovamento nella continuità che pareva profilarsi sarà probabilmente meglio opporre un rinnovamento totale, con un’elaborazione programmatica che sia radicalmente innovativa e non una copia aggiornata dei programmi elettorali precedenti e con un contemporaneo deciso cambio di passo e di linguaggio
Quello che mi sembra evidente non è infatti che per prendere voti bisogna avere toni accesi, cosa che invece dicono in tanti sbagliando l’analisi, ma che non bisogna dare l’idea di essere degli inetti, dimostrando di avere voglia di stare nella modernità. Il rischio grosso è che dalle primarie, che inevitabilmente dovranno essere fatte, esca un qualche nome sì giovane e (parzialmente) nuovo, ma di poco spessore, o pappamolla o comunque inadeguato al ruolo, traballante quasi quanto Carlo Alberto, con poche idee sue e poco carisma per risultare convincente specie se il gioco dovesse farsi duro (ad esempio col ballottaggio)
Dall’altra parte, per gli altri, il messaggio è: non fate i cortonini. Non fate l’opposizione solita, sterile, quella che s’è vista per 50 anni. Polemicucce di paese, inconcludenza totale, cantonate abissali, no a tutto e tutti, incapacità di offrire una reale alternativa credibile di governo locale. Anche in questo caso ci aspettiamo un linguaggio e metodi completamente nuovi, altrimenti chiunque ci sarà (e con qualsiasi simbolo) riprenderà la solita legnata