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“Un terzo, un terzo, un terzo: se in parlamento non fanno alla svelta tre o quattro leggi elementari e necessarie fra un anno finirà così“. Lo scrissi io un annetto fa, nel periodo delle amministrative 2012: ora ho l’arroganza di definirmi un profeta perchè è davvero finita così, senza nessuna maggioranza, senza vincitori, con 3 partiti (PdL, PD, 5 stelle) inconciliabili fra loro a dividersi i voti e gli altri a fare da superflui comprimari. Tant’è che adesso è davvero difficile immaginare cosa potrà succedere.
Per me era piuttosto evidente, un anno fa, che nell’elettorato stesse esplodendo una fortissima voglia di cambiamento, più o meno sostenuta e alimentata da una spesso giusta indignazione, senza ormai più capacità di controllo da parte dei partiti tradizionali (PdL e PD). Non riuscendo più a fare clientela, per decenni antidoto a ogni anti-politica, incapaci di governare bene, incapaci nel leggere la realtà e capire come riconquistare il consenso perduto, i partiti tradizionali si preparavano a una clamorosa dèbacle.
Non ci sarebbe voluto molto a quei partiti, per salvarsi, in un paese solitamente restio al cambiamento.
Berlusconi da par suo si è salvato, avviando una campagna elettorale fatta di promesse oltre ogni immaginazione, ultima fra le quali la letterina dell’IMU. Ha recuperato buona parte dei suoi voti, trovando terreno fertile in un paese tradizionalmente di destra come l’Italia.
Invece Bersani, sulla carta favoritissimo, non è riuscito a tenere i suoi elettori potenziali. Se è stato bravo nel far lavorare il suo partito sul fronte interno con l’epopea delle primarie, non è riuscito a far lavorare decentemente i suoi parlamentari, che non ne hanno conclusa una, impastoiati nel limbo montiano. Eccoci al punto di oggi, con una situazione che certo non si poteva recuperare con le promesse elettorali, roba che non va d’accordo con l’elettorato di centrosinistra col quale si era rotto il patto di fiducia nell’anno e mezzo del governo Monti, in cui la politica parlamentare era scomparsa, delegando tutto ai tecnici.
Se quindi il 30% al PdL è certo un risultato sorprendente, ma anche fisiologico in un paese che non è mai stato di sinistra, il risultato clamoroso è il 25% circa del MoVimento 5 stelle. Un risultato che sarebbe stato sicuramente minore se in parlamento il PD fosse stato guida verso segnali importanti di discontinuità, di dignità e rinnovamento. Ma di fronte al nulla prodotto in questi anni (non sono neanche riusciti a ridurre il numero di parlamentari e i loro stipendi) ha preso in campo negli elettori la sensazione che la scelta fosse fra il “salto nel buio” (che può andar male, ma anche bene) e la “morte lenta ma sicura“. In tanti hanno scelto il salto nel buio, e il PD stra-favorito è rimasto fermo al palo.
Storico il risultato dei 5 stelle anche in Valdichiana: emerge con evidenza che i voti li hanno presi principalmente al centrosinistra che non arriva al 50% praticamente da nessuna parte. A parte casi particolari in media il PD si attesta fra il 35-40% e Grillo fra il 20 e il 25%. Segnale da considerare in previsione 2014: vero che “le amministrative sono tutt’altra roba”, ma la prossima campagna elettorale delle comunali è da inventare da zero. Con un elemento in più: l’unica eletta della Valdichiana in parlamento (lo dico senza la certezza assoluta, ma l’andazzo pare quello) è Chiara Gagnarli del MoVimento 5 stelle. Un altro piccolo “problemino” su cui io, in quel caso più polemico che profetico, avevo invitato a riflettere durante il periodo delle primarie del PD per la scelta dei parlamentari.
PS: ricordo a un Sindaco di un comune della Valdichiana (non faccio nomi, ma lui lo sa) che ha perso la scommessa e quindi deve offrirmi una cena